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Come si può ribilanciare il proprio portafoglio?

In questo articolo ti racconterò di come ho ribilanciato i miei investimenti azionari. Il tema è importante, perché ti può aiutare a valutare se anche il tuo portafoglio possa averne bisogno e soprattutto come potresti agire.

 

La situazione di partenza

 

L’ho già raccontato nell’approfondimento relativo alla mia pianificazione e nel confronto con Irene sulle azioni, la mia pianificazione finanziaria è molto indirizzata verso la crescita. Questo nel tempo mi ha portato a prediligere strumenti più volatili, in alcuni casi decisamente speculativi, che mi portassero verso questo obbiettivo.

 

L’investimento azionario

 

Inizialmente utilizzavo molto singoli titoli azionari, vuoi perché mi divertivo nelle analisi, vuoi perché effettivamente alcuni casi hanno dato delle soddisfazioni, l’esposizione era sempre in aumento.

Sono stato infallibile nei risultati? No. Ci sono stati dei casi che mi hanno visto rischiare e “soffrire” di più, come realtà un po’ bistrattate che mi hanno invece dato belle soddisfazioni. Insomma, anche chi lavora in questo ambito può avere delle sorprese, in tutti i sensi!

Questa impostazione però comportava uno sbilanciamento in realtà più speculative rispetto a quelle che sarebbe meglio avere in un’ottica di pianificazione finanziaria. Insomma, lo sguardo alla crescita andava e va ancora bene, tanto che a chi si rivolge a me come consulente finanziario e ha dei progetti in là nel tempo e di crescita, consiglio di approcciarsi alla realtà azionaria. Nel mio caso personale andava però rimodulata l’esposizione ai rischi.

 

Esposizione ai rischi

 

Il rischio di un singolo titolo è altissimo. Che sia azionario o obbligazionario, rispetto a fondi o ETF il singolo titolo ha rischi specifici molto superiori. Fai attenzione quindi se qualcuno ti da metodi sicuri per guadagnare su singole realtà con certezza e zero rischi. Molto probabile sia poco realistico.

Nel mio portafoglio e nella mia pianificazione finanziaria avevo quindi un’esposizione ai rischi elevata. Tanti titoli di singole realtà e per di più tutte azionarie. Diciamo che al tempo il mio portafoglio era 60% titoli (forse di più), il resto in fondi e qualcosa di liquidità. Ovviamente, avevo predisposto una grossa fetta dei gradini di una buona pianificazione finanziaria, ma c’era comunque un forte sbilanciamento in corso.

E gli effetti erano anche importanti e ben visibili, diciamo poco adatti ai deboli di cuore o per chi vuole evitare di vedere oscillazioni!

 

Come ho ribilanciato

 

Valutata questa situazione molto “speculativa” e poco di pianificazione, ho deciso di ribilanciare meglio la mia situazione.

La prima cosa da fare era ridurre l’esposizione sulle singole azioni. Per farlo, ho iniziato con il chiudere le posizioni in guadagno o dove le speranze erano veramente minime.

 

Prima la pianificazione…

 

Contemporaneamente è stato necessario riaffrontare il tema della pianificazione. Ho messo “nero su bianco” i miei obiettivi e i miei progetti e ho ricordato a me stesso l’importanza della riserva in un portafoglio di investimento.

Chiaramente la mia situazione iniziale non era frutto di idee del tutto casuali, i miei obiettivi principali sono di medio lungo termine, vista anche la mia età, quindi la volatilità rimane una preziosa alleata anche della mia nuova pianificazione. Per quanto riguarda la riserva invece il discorso è stato quello opposto, ovvero investire con l’obiettivo di ridurre al minimo le possibili oscillazioni, così da avere un cassetto sempre disponibile, oltre al conto corrente, per gli eventuali imprevisti.

Le risorse che si sono create dalla dismissione dei titoli sono state convogliate verso soluzioni diverse, sempre volte nel complesso alla crescita, ma con una visione di maggiore pianificazione e sicuramente riducendo drasticamente i rischi.

 

… poi gli strumenti

 

Per ottenere questo ho dovuto cambiare gli strumenti, e di conseguenza il mio portafoglio ha visto aumentare il peso della parte in fondi, e soprattutto ampliare il ventaglio degli stessi. In questo modo ho aumentato la diversificazione della parte azionaria, andando a toccare più zone geografiche e ampliando i settori coinvolti.

Inoltre ho selezionato anche un fondo adeguato alle necessità di riserva.

Ad oggi la mia situazione è molto diversa da quella descritta all’inizio. Infatti i titoli sono passati da oltre il 60% del portafoglio a circa il 10%. Il tutto tenendo ben presente l’obbiettivo di crescita che mi sono prefissato.

 

Un consiglio sugli investimenti

 

Insomma, come tante cose nella vita, anche la composizione di un portafoglio può cambiare. In alcuni casi è necessario fare modifiche. A volte può essere dovuto alle esigenze che cambiano col tempo, in altri casi come il mio ad un ripensamento su come affrontare le stesse esigenze, dato spesso dall’esperienza maturata o dal confronto con un professionista (nel mio caso, Irene, che mi ha fatto notare l’iniziale sbilanciamento verso il rischio).

Nel raccontare le mie scelte, ho sottolineato alcuni aspetti importanti da valutare quando si hanno titoli singoli. Il rischio, la concentrazione in poche realtà la fanno sicuramente da padroni. Ovviamente sono cose di cui ero assolutamente consapevole anche quando il mio portafoglio era composto prevalentemente da titoli. E il fatto di averli ridotti non mi ha portato all’estremo opposto di demonizzarne l’utilizzo. Ma aver sperimentato in prima persona sia l’approccio aggressivo che quello di pianificazione mi porta a sottolineare le differenze tra i due.

E in tutta sincerità oggi ritengo che una buona pianificazione sia indispensabile anche (e soprattutto forse) per chi vuole spingere un po’ sul rischio, per farlo in sicurezza ed evitando brutte sorprese.

Se ti riconosci nelle caratteristiche sopra descritte, è un buon momento per fare un’analisi approfondita della tua situazione attuale e dei tuoi obbiettivi.

In questo potrai affidarti a noi come consulenti finanziari di fiducia.