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Come si diventa consulente finanziario?

Quali sono i passi per iniziare ad intraprendere una carriera in questa bella realtà, e soprattutto cosa distingue la figura professionale del consulente finanziario da alcune che sembrano simili ma in realtà sono molto diverse?

Da dove cominciare

Il consulente finanziario è un professionista iscritto all’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari. Per riassumere: OCF.

Esame

Quindi il punto di partenza per la carriera da consulente è appunto quello di superare l’esame di Stato tenuto dall’albo in più date durante l’anno. Per partecipare bisogna iscriversi dal sito OCF inserendo tutti i dati necessari e tenendo conto dei requisiti minimi necessari per l’iscrizione.

L’esame consiste in una prova scritta piuttosto articolata, che verte su temi di economia, finanza, diritto ed etica della professione. Quando abbiamo partecipato io e Irene l’esame era molto selettivo, circa 80% dei candidati veniva respinto. Oggi sentendo nuovi colleghi è altrettanto selettivo, inoltre sono state inserite nuove modalità, come l’esame a distanza, introdotta solo di recente.

Iscrizione all’albo

Superata la prova valutativa si può quindi iscriversi all’albo. Iscrizione, lo ricordiamo, obbligatoria su tutto il territorio nazionale per coloro i quali intendono esercitare l’attività di consulenza in materia di investimenti. In caso contrario si commette una violazione grave che consiste nell’esercizio abusivo di servizi e attività di investimento.

Questa è una duplice tutela: per il risparmiatore perché sa che tipologia di professionista ha davanti, e per il consulente, perché si distingue nettamente da altri operatori nel settore finanziario.

Il consiglio quindi quando qualcuno vi parla di investimenti è di andare a fare una ricerca nell’apposita sezione dell’albo.

Carriera da consulente finanziario

Una volta superato lo scoglio dell’iscrizione all’albo inizia il lavoro vero e proprio. Ma il panorama è vasto, e ci sono alcune differenze nel modo di svolgere la professione.

Dipendente o libero professionista?

Tendenzialmente un consulente finanziario è a P.IVA. Diciamo tendenzialmente perché ancora ci sono professionisti ibridi, che hanno superato esame di Stato, in alcuni casi iscritti all’Albo, e dipendenti di una banca. In questo caso, lavorando all’interno di un istituto, non sono obbligati a seguire le regolamentazioni in materia di “offerta fuori sede”. In pratica il consulente in questo caso è un dipendente, e la banca fornisce gli strumenti per lavorare e la copertura normativa. Possono però operare solo all’interno delle mura fisiche dell’istituto del quale sono dipendenti.

Caso diverso è quello di un consulente finanziario regolarmente iscritto all’albo, che collabora con una rete di consulenza finanziaria, e che quindi può liberamente assolvere a tutte le funzioni necessarie in materia di offerta fuori sede. Compreso il fatto, che sembra scontato ma non lo è, di poter andare a trovare il cliente dove è più comodo, anche fuori dalla sede della società con cui il consulente collabora.

Il modello di servizio

Anche su questo aspetto vi sono delle differenze.

I consulenti finanziari che collaborano con una rete di consulenza o una banca di investimenti possono lavorare con con metodi abbastanza diversi, ma in generale si possono raggruppare in due “famiglie”: architettura chiusa e architettura aperta. La differenza principale sta nella parte di costruzione del portafoglio.

Nell’architettura chiusa il consulente ha a disposizione i prodotti di una unica casa di investimento, che può essere di proprietà della stessa società per cui lavora il consulente oppure convenzionata con la stessa.

Ovviamente questo è limitante in termini di possibili soluzioni che si possono costruire per i clienti.

Nel nostro caso personale invece parliamo di un’architettura aperta, che significa che lavoriamo con tutti i principali protagonisti del settore finanziario, case di investimento e di gestione, mettendo quindi a disposizione numerose soluzioni per il cliente, che andiamo a valutare per capire quale sia la più adatta alle necessità della persona.

“Essere” un consulente finanziario

Abbiamo parlato di come si diventa un consulente finanziario e cosa fa un consulente. E questo attiene al “fare” il mestiere di consulente finanziario. Ma questa professione è molto di più, per farla bene si deve “essere” un consulente.

Essere un consulente significa mettere a disposizione non solo le proprie capacità e competenze, ma il proprio lato più umano. È il rapporto umano quindi il fondamento di questo lavoro, perché la parte più importante non è l’allocazione delle risorse in termini di meglio il fondo, l’ETF, la Cina o l’India. La parte più importante è capire perché stai investendo, cosa vorresti dal tuo denaro e a cosa lo stai legando. E per fare questo servono empatia e voglia di capire le necessità della persona che si ha davanti. Ed è in assoluto la parte più bella, coinvolgente e piena di diverse emozioni che questo lavoro può offrire.

Qui ti poniamo quindi una domanda: che rapporto hai con chi gestisce la tua pianificazione finanziaria o investimenti?

Vi sono comunque tante sfaccettature dell’inizio e del lavoro in generale difficilmente sintetizzabili in un articolo. Quello che possiamo dirvi è che la consulenza finanziaria è un mondo particolare, decisamente dinamica e che richiede studio, tanta passione e voglia di conoscere.

Se vuoi saperne di più, noi siamo qui!