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Rischio, parola temutissima da tutti i risparmiatori italiani, ma anche realtà a cui bisogna sempre di più prendere le misure! Perché è giusto evitare quelli inutili, ma come diciamo sempre in finanza non ci sono pasti gratis.

Quindi oggi rispondiamo alla domanda: quando corro un rischio finanziario?

Vediamolo assieme!

 

Leggere i dati: un rischio nascosto

 

Uno dei principali rischi che si può correre nell’investire è l’errata lettura dei dati. Ovviamente questi sono fondamentali, e vanno considerati e studiati, ma questo lavoro va fatto con i giusti occhiali.

Spesso ci capita di sentire la frase: “tanto io leggo solo il numero in basso a destra”. Il risultato per intenderci.

E se ti dicessi che questo modo di approcciarsi a questa realtà nasconde un rischio?

 

I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri

 

Eh si, perché potresti considerare un investimento solo per i suoi ottimi risultati passati, oppure scartarne uno per il deludente percorso tenuto nell’ultimo anno.

Ma attenzione, come il rischio non indica risultato sicuro, anche il risultato non elimina il rischio.

Questo perché non sempre prendendosi rischi assurdi si porta a casa risultati meravigliosi, ma allo stesso tempo qualcosa che ha fatto il +6000% non è automaticamente il miglior prodotto al mondo adatto a tutti. In un articolo approfondivamo l’argomento. Allo stesso modo, uno strumento che ha avuto uno o due anni negativi non è da bollare come fallimentare.

Quindi per dare una prima risposta alla nostra domanda, bisogna reimpostare l’approccio al concetto di rischio. In primis sapendo che ogni strumento finanziario, anche il più banale, ha un rischio intrinseco, e soprattutto che bisogna approcciarlo nel modo migliore.

 

Il paradosso della teoria classica

 

I sacri testi dell’economia e della finanza classica ci dicono che le azioni sono più rischiose delle obbligazioni. E siccome questo dogma è stato rispettato per decenni, molti clienti vengono da noi e dicono: “le azioni no perché io non voglio rischiare”.

Eppure non sempre i dogmi sono veri…

 

Obbligazioni, che rischi!

 

In altri nostri contenuti abbiamo parlato del mondo obbligazionario, sottolineando che nonostante il mito anche queste hanno dei rischi.

E quando rischi nel mondo obbligazionario? Ad esempio quando un’obbligazione rende più di un’altra. Fattori come emittente poco affidabile, rating basso ecc. rendono un’obbligazione più rischiosa, e di conseguenza più remunerativa, per “convincere” gli investitori.

Confrontiamo ad esempio il nostro BTP con l’omologo finlandese. Potresti pensare che il nostro sia migliore solo perché ha una cedola più alta, in realtà la Finlandia ha un rating molto più alto del nostro, quindi è considerata più sicura come paese e più affidabile come pagatore.

Ed ecco che ritorniamo a quanto dicevamo prima, non sempre il risultato è sinonimo di sicurezza!

Ma c’è di più, anche guardando all’obbligazionario nel suo complesso, quindi sia governativo che Corporate, a livello globale, non è immune da shock. Ne stiamo vedendo uno adesso, il rialzo dei tassi colpisce le obbligazioni già emesse deprezzandole. E i tempi di ripresa in questo caso dipendono dalla vita residua dei titoli, e quindi possono essere anche molto lunghi. Vuoi un esempio concreto? Esiste un titolo di stato austriaco che scadrà nel 2120(!) e che oggi ha un prezzo intorno a 30; per arrivare al rimborso ci voglio quasi 100 anni. Se non è un rischio questo!

 

Azioni, solo rischio?

 

Al contrario del mondo obbligazionario, la realtà azionaria viene spesso vista con il fumo negli occhi.

Ma sapevi che anche loro possono essere suddivise in realtà più o meno sicure?

Effettivamente le società non sono tutte uguali, questo perché ci sono aziende ormai consolidate e con un andamento di mercato diciamo “stabile” e aziende nuove o inserite in settori innovativi e quindi con un andamento più “movimentato”.

Possiamo quindi fare una distinzione tra azioni value, titoli di aziende più grandi e con dividendi più rotondi, e azioni growth cioè titoli ad alta crescita, con dividendi minori, ma con grandi promesse di aumento della capitalizzazione.

Ovviamente non è una distinzione netta in termini di rischio, però aiuta a fare una differenziazione tra le varie realtà, in modo da iniziare ad orientarsi per capire quali e quanti “pericoli” si dovranno sopportare.

Anche in questo caso, guardando al mercato azionario globale, ha una maggiore elasticità e capacità di risollevarsi dopo una crisi rispetto a quello obbligazionario.

 

Il mercato del vicino è sempre più verde

 

Ci sarà sempre qualcosa che ha reso di più, un percorso per raggiungere risultati a dieci zeri e soluzioni facili per guadagnare.

Ma come dicevamo all’inizio, fermati un secondo e guarda oltre al numero (più o meno reale) dei risultati strombazzati e chiediti che rischi comportano come sono arrivati.

 

Mettiti nei panni del tuo vicino

 

Per prima cosa non sai perché il tuo vicino ha ottenuto quei risultati. Perché ci scommetto che quando te ne ha parlato ha riferito solo il risultato, non il tempo che ci è voluto, gli obiettivi che aveva, le strategie attuate ecc. E siccome, lo ripeteremo all’infinito, investire non è solo soldi e prodotti, se non conosci tutta la storia non puoi fare paragoni.

Ciascuno ha il suo percorso e anche la sua indole, di conseguenza difficilmente due pianificazioni finanziarie sono davvero confrontabili. Magari vieni da noi con il rendiconto del vicino che ha investito per 10 anni sul mercato azionario, però tu vuoi usare i tuoi soldi tra tre anni e tremi davanti alle oscillazioni.

 

Occhio allo strumento

 

Per rispondere alla domanda quando rischi, in questo caso prenderò ad esempio le cryptovalute, argomento di cui già parlavamo un paio di anni fa.

Sentendo molti imbonitori, questo è il paese dei balocchi, solo guadagni, nessun rischio e tutti sono felici. Ma è davvero così?

Senza demonizzare uno strumento, va però detto chiaramente che parliamo di un prodotto fuori dai controlli “ufficiali” e soprattutto altamente speculativo. Basta cercare l’andamento di Bitcoin negli utimi 5 anni per rendersene conto.

I rischi sono notevoli, il fatto di investire fuori dai mercati comporta che non hai garanzie dalla controparte. E di truffe ce ne sono state molte.

Nonostante vi siano stati rally super pubblicizzati, di contro vi sono state discese molto ripide, non adatte ai deboli di cuore.

Quindi attenzione quando tutto luccica troppo, sfrega bene per capire se è oro!

 

Conclusioni

 

Il rischio va valutato bene, senza fermarsi alle parti più in vista o pubblicizzate. Un investimento deve dare un risultato, ma allo stesso tempo il risultato non è l’unica cosa che conta. Conta moltissimo anche la consapevolezza del percorso che stai facendo e come lo stai percorrendo. Facendo particolare attenzione a conoscere tutte le possibili deviazioni che potrai incontrare sul tuo percorso.

Se vuoi saperne di più o fare delle valutazioni sui tuoi investimenti, noi siamo qui!