Abbiamo già parlato di geopolitica sul nostro canale youtube. Ma come entra la geopolitica nel portafoglio di ognuno di noi?
Visto il periodo storico che vede purtroppo la guerra come notizia principale, abbiamo pensato ad un articolo per vedere come geopolitica e portafoglio finanziario possono toccarsi vicendevolmente. Quindi vediamo l’incontro: “Finanza e geopolitica: come difenderti!”
Pace e mercati in salute
Non è un segreto, la tranquillità aiuta i mercati. Una delle cose che più irritano i mercati (cioè gli investitori) è l’incertezza. Questo perché in uno scenario che potrebbe modificarsi rapidamente è difficile prevedere se un determinato settore attraverserà un momento negativo o no. Di conseguenza molti investitori preferiscono ritirare capitali dai mercati in attesa che la situazione si chiarisca, oppure li spostano su asset meno coinvolti o meno volatili.
Questo vale sia per eventi estremi come lo scoppio di un conflitto, sia per tensioni più o meno velate tra Stati. Basti pensare alle relazioni USA-Cina, che continuano a tendersi e distendersi con continue oscillazioni da una parte all’altra. Ovviamente questo si riflette sui mercati, che temono provvedimenti di natura economica (un esempio su tutti i dazi) che possono modificare i normali scambi.
Viceversa quando la situazione politica interna e internazionale è distesa il tessuto economico può svilupparsi al meglio; di conseguenza gli investitori sono invogliati ad entrare sui mercati e sono ragionevolmente confidenti che questo porti dei profitti.
Ma è sempre vero questo binomio?
La realtà è che la pace mondiale è un’utopia, purtroppo conflitti ce ne sono sempre, solo che alcuni fanno più rumore di altri. Purtroppo dal 1945 ad oggi sono stati innumerevoli i conflitti, più o meno vasti più o meno noti al grande pubblico. Nel momento in cui scrivo ci sono ben 59 conflitti in corso nel mondo. Sono pronto a scommettere che non vi sareste aspettati un numero così alto.
Il motivo è che ci sono zone del mondo che hanno maggiore risonanza di altre, così come ci sono paesi i cui interessi sono maggiormente sotto i riflettori. Di conseguenza anche il mercato ha reazioni diverse in base agli attori in campo. Questo ovviamente si traduce in periodi in cui si respira una sensazione di pace, anche sui mercati, malgrado nei fatti non ci sia una vera pace mondiale.
Un mondo connesso
Oggi il mondo è molto connesso e le notizie viaggiano molto rapide. Anche per questo informazioni che arrivano dai poli opposti possono influire sull’andamento della realtà finanziaria.
La peculiarità di un mondo connesso alla velocità che conosciamo è che un evento può creare effetti sui mercati ancora prima di verificarsi. Questo vale non solo per le notizie di conflitto aperto, ma anche per accordi internazionali o per la loro rottura.
Se si ritiene che le dichiarazioni di esponenti di punta del governo degli Stati Uniti possano provocare malcontento nell’establishment cinese, i mercati si muoveranno come se la reazione ci fosse già stata. Formalmente nelle relazioni diplomatiche ed economiche non è cambiato nulla, ma il mercato “teme” che accada. Nel linguaggio finanziario si dice che il mercato sta “prezzando” in anticipo un determinato evento possibile.
Nuove guerre “globali”
Arrivando al caso estremo del conflitto aperto, diventa cruciale capire quanto sia nevralgica la zona coinvolta. Ad esempio, sapere che vi sono conflitti in regioni dove è localizzata la produzione o lavorazione di materie prime, sicuramente comporterà nervosismo sui mercati. Questo perché potrebbe esserci incertezza sulla filiera delle esportazioni o importazioni, oppure perché potrebbero andare perduti impianti produttivi rendendo irreperibili determinati beni.
Significa che non è necessario arrivare ad una guerra mondiale nel senso militare del termine, più spesso si tratta di effetti globali di conflitti geograficamente localizzati.
A tutto questo si unisce il dramma di persone che perdono la propria vita, le proprie case e il proprio lavoro.
Inoltre le condanne internazionali comportano spesso embarghi che ovviamente danneggeranno i paesi protagonisti e renderanno la situazione mondiale più nervosa.
Insomma il mercato finanziario subisce l’incertezza che viene a crearsi e cerca soluzioni agognando panorami più chiari.
Il mercato continua
Nonostante questo il mercato, così come il mondo, va avanti. Certo l’incertezza momentanea fa molto rumore e la paura amplifica tutto. La realtà è che però come ogni prodotto umano, anche gli effetti della geopolitica finiscono. Sia quelli positivi che quelli negativi.
Ma soprattutto, nonostante prediliga la “pace”, il mercato è in grado di essere resiliente anche nei confronti della guerra. Gli eventuali effetti finanziari dello scoppio di un conflitto, come di qualsiasi altra crisi improvvisa, possono essere intensi ma il più delle volte sono di breve durata. Questo per il motivo che dicevamo all’inizio: la cosa peggiore per i mercati è l’incertezza. Nel momento in cui il conflitto si delinea e diventano chiari i suoi effetti anche i mercati si muovono nella nuova normalità che si crea. La guerra in Ucraina ha impattato i mercati l’anno scorso, ma malgrado continui ancora adesso i mercati finanziari non ne stanno risentendo.
Questo significa che la pace e la tranquillità così come la guerra e le tensioni internazionali non sono eterne. Certo, nel momento in cui ci siamo dentro possono sembrarlo.
E così anche la tua pianificazione
In un buon piano finanziario questo si traduce in due considerazioni. La prima è che ovviamente prima di investire vanno sempre fatte le dovute analisi per conoscere le realtà in cui si stanno mettendo i propri risparmi.
Dopo aver investito si deve continuare ad analizzare quanto sta succedendo, facendo le dovute valutazioni non solo sul presente, ma anche e soprattutto sul futuro e sugli obbiettivi che vuoi raggiungere.
Questo perché come dicevamo, il mercato e il mondo non sono una tavola piatta e rigida, ma sono un mare in continuo movimento.
L’importante è sapere come navigarci.
E se hai bisogno di un aiuto per questo, noi siamo qui!