Non è mai facile affrontare un momento di crisi, soprattutto se a scatenarla è una guerra, e ancora di più se questa guerra arriva dopo due anni di pandemia. Ma cosa può fare un investitore oggi, nel momento in cui la guerra in Ucraina è effettivamente scoppiata?
Il primo consiglio è sempre quello di non farsi prendere dal panico. Qualsiasi decisione va presa razionalmente, per evitare di fare più danni che altro. Il modo migliore per farlo è chiedere al proprio consulente di fare il punto. Proviamo a farlo insieme.
IL QUADRO GEOPOLITICO
In questi giorni, quando i nostri clienti chiamano per chiedere un consiglio ed essere rassicurati, la prima cosa che facciamo è cercare di inquadrare lo scenario.
Il conflitto tra Russia e Ucraina non nasce ovviamente oggi, e già nel 2014 la tensione aveva raggiunto livelli massimi, culminando con l’annessione della Crimea. In gioco ci sono rivendicazioni territoriali mai sopite, 1500 km di tubature che portano il gas dalla Russia all’Europa e un braccio di ferro tra Nato e Russia che sa di guerra fredda.
L’escalation di questi giorni ha come protagonisti Putin, in difficoltà interna per la gestione della pandemia, e Biden reduce dallo smacco del ritiro delle truppe dall’ Afghanistan e con le elezioni di Mid Term a preoccuparlo.
E l’Ucraina di Zelensky si ritrova nel mezzo, protagonista senza avere forse mai avuto davvero voce in capitolo.
Detto questo, le probabilità che il conflitto oltrepassi i confini ucraini sembrano basse, e se è tristemente vero che il portafoglio conta più delle vite umane, a nessuno conviene un conflitto su più vasta scala e con conseguenze potenzialmente devastanti.
INVESTIRE IN TEMPO DI GUERRA
Ma torniamo a quello che ci compete più da vicino, ovvero come gestire gli investimenti in uno scenario di conflitto. Una cosa che ci aiuta a dominare la comprensibile paura in questi momenti è cercare raffronti con eventi simili nel passato.
Se guardiamo alle sette guerre più grosse del nostro tempo, dalla Prima Guerra mondiale alla seconda guerra del Golfo, il tratto comune che vediamo è un calo degli indici che precede lo scoppio delle ostilità. E questo è assolutamente normale dato che i mercati temono l’incertezza più di qualsiasi altra cosa e prezzano in anticipo le notizie negative. Ma subito dopo la dichiarazione di guerra (o come nel caso attuale l’inizio delle operazioni belliche) parte il rimbalzo.
La chiusura di ieri dei principali indici sembrerebbe andare in questa direzione, anche se è presto per sbilanciarsi in previsioni.
A CIASCUNO LA SUA STRATEGIA
Cosa consiglio quindi ai clienti? In generale, il suggerimento che vale per tutti è quello di attenersi alla pianificazione. Un piano ben strutturato è quello che ci permette di andare avanti con tranquillità anche quando le acque si fanno agitate.
Questo si declina in modo diverso per ciascun cliente naturalmente.
Per chi ha appena iniziato il suo piano, quel segno negativo non deve assolutamente suonare come un campanello d’allarme: il portafoglio è creato per lavorare su un orizzonte temporale che certamente non è di poche settimane o mesi, non si danneggerà per un inizio incerto.
Gli investitori di più lungo corso probabilmente avranno un impatto più contenuto, e hanno davanti due opzioni: lasciare tutto come è in attesa che la salita riprenda, oppure attingere alla liquidità per sfruttare il calo a proprio vantaggio e acquistare qualche quota a prezzi scontati.
Chi invece è ancora totalmente liquido o si stava accingendo ad iniziare gli investimenti? Sicuramente non bisogna cadere nella trappola del rimandare in attesa che la situazione si tranquillizzi. Il ragionamento giusto è pensare che ogni componente del portafoglio nuovo di zecca è in sconto proprio adesso! E contrariamente ai saldi nei negozi non sappiamo per quanto ancora saranno disponibili. Se è vero che il momento migliore per iniziare ad investire è quando si ha il denaro, farlo in concomitanza di un calo è senza dubbio la ciliegina sulla torta.
Perciò bando agli indugi e occhi sull’obbiettivo principale: una pianificazione che risponda alle esigenze e lavori bene per il singolo caso.
IN CONCLUSIONE
Sicuramente la guerra in Ucraina, come qualsiasi guerra ovunque nel mondo, è una ferita dolorosa, per le persone che perdono la loro vita, la loro casa, la loro serenità.
Il nostro lavoro, che ci vede spettatori come tutti nelle grandi decisioni, ci permette però di stare accanto e supportare i nostri clienti a loro volta preoccupati. E ci obbliga ad essere razionali, a guardare con freddezza ai dati che i mercati ci restituiscono, e a cercare di trarne il meglio possibile.
Non possiamo prevedere con certezza quali saranno i prossimi risvolti di questa crisi, né se il rimbalzo definitivo sia effettivamente iniziato. Quello di cui siamo certi è che ci saranno sempre delle crisi, e sempre i mercati scenderanno, per poi riprendere la loro salita con ancora più convinzione.
La vera differenza la fa come sempre la bontà del progetto, la pazienza di aspettare che il tempo faccia il suo corso, e soprattutto il lavoro di squadra con il consulente di fiducia.