Abbiamo avuto modo di vedere assieme come il fondo pensione abbia dei vantaggi per l’aderente, sia dal lato dei contributi versati sia della gestione del TFR.
Ovviamente tutti i vantaggi fiscali e di deducibilità si possono adattare anche all’imprenditore in qualità di persona.
Il fondo pensione da però anche dei vantaggi all’impresa che decide di gestire i TFR dei propri dipendenti con questo strumento finanziario.
In questo articolo vedremo quali.
Vantaggi fiscali
Partiamo anche in questo caso con i vantaggi fiscali che si ottengono se si versa in TFR maturando dei dipendenti in un fondo pensione.
Riduzione dell’imponibile
Come abbiamo visto, la quota versata dal datore di lavoro non concorre alla deducibilità per il lavoratore. Questo perché può dedurre solo chi ha materialmente effettuato il versamento. Quindi va da se che quanto versato dall’azienda possa essere portato in deduzione da quest’ultima.
Occorre fare una distinzione tra aziende con meno di 50 dipendenti e aziende con oltre 50 dipendenti.
Per queste ultime, possono portare in sede di dichiarazione dei redditi una somma pari al 4% del TFR annuo destinato al Fondo Pensione, riducendo così l’imponibile fiscale per quello stesso importo.
Le aziende con meno di 50 dipendenti invece possono detrarre il 6% del TFR versato nel Fondo.
Per fare un esempio pratico, se il datore di lavoro versa TFR per € 20.000 in fondi pensione, in caso di azienda con meno di 50 dipendenti, può dedurre dal reddito d’impresa € 1200.
Contributo previdenziale
Inoltre sono previsti ulteriori vantaggi fiscali per le aziende che decidono di utilizzare la previdenza complementare e che lo utilizzano attivamente per favorire il miglioramento della condizione dei propri lavoratori.
Le contribuzioni del datore di lavoro sono soggette ad un contributo previdenziale del 10% anziché del normale 23,81% (aliquota prevista per le altre voci di stipendio) qualora il TFR venga versato ad un fondo pensione di categoria.
Welfare aziendale
Con Legge n. 205/2017 (legge sul cosiddetto «welfare aziendale») è stata introdotta la possibilità di retribuire il dipendente con un «premio» che può essere convertito anche in un versamento al fondo di previdenza complementare, esente a livello contributivo e fiscale, sia per il dipendente che per il datore di lavoro.
Risparmio
Il datore di lavoro è tenuto a fare dei versamenti se la gestione del TFR viene mantenuta all’interno dell’azienda o presso la tesoreria INPS. In caso si decida di convogliare avvengono degli esoneri.
Fondo garanzia INPS
In caso di versamento sul Fondo Pensione, l’azienda non dovrà più versare la percentuale contributiva mensile (0,20%) al Fondo di Garanzia INPS, relativamente alla quota di TFR conferita al Fondo Pensione, riducendo in tal modo il costo del lavoro.
Rivalutazione obbligatoria
Inoltre, il datore di lavoro che destini il TFR al Fondo Pensione è svincolato dalla rivalutazione obbligatoria. Questo perché ovviamente la rivalutazione del versato è data dalla gestione finanziaria del fondo. Diversamente l’obbligo di rivalutazione è pari al 1,5% + 75% dell’indice prezzi Istat. La media annua dal 2000 al 2017 è stata del 2,76%.
Contributi sociali
E’ previsto anche l’esonero del versamento dei contributi per assegni familiari, per maternità e per disoccupazione nella misura dello 0,28% del TFR maturando, destinato ai Fondi Pensione, e al Fondo di Tesoreria.
Per concludere
Il fondo pensione è uno strumento molto importante nella pianificazione finanziaria sia personale che per un’azienda. Questo perché grazie ai vantaggi fiscali che abbiamo visto in questi articoli permette di portare avanti una serie di vantaggi reciproci.
Ovviamente dal lato prettamente aziendale, oltre ai vantaggi sopra esposti, c’è anche quello di togliersi un “rischio” di mantenere delle somme che vanno accantonate, rivalutate e in caso di momenti negativi per l’azienda potrebbero diventare un fardello pesante.
Per strutturare al meglio l’utilizzo di questo strumento nella tua azienda contattaci, ne parleremo in maniera più approfondita!