Perché abbiamo un consulente finanziario? Perchè il detto “chi fa da se fa per tre” quando si tratta di pianificazione finanziaria e investimenti non è del tutto veritiero.
Infatti anche chi è particolarmente esperto del settore, addirittura un professionista, non sempre è esente da errori. Anzi, paradossalmente ce ne sono alcuni a cui è più esposto.
Oggi vorrei soffermarmi proprio su quei rischi più frequenti per un esperto, quando si occupa del suo patrimonio.
Bias comportamentali
La finanza comportamentale ha a lungo studiato quali meccanismi ci siano
alla base delle nostre decisioni in ambito finanziario e quali emozioni possono eventualmente intervenire, distorcendo il nostro giudizio.
Da questi studi sono scaturiti numerosi elenchi di questi meccanismi di errore, che si dividono in due categorie: i bias cognitivi (quelli che riguardano l’interpretazione delle informazioni) e i bias emozionali.
Alcuni di questi sono più frequenti per i risparmiatori non esperti e poco avezzi agli investimenti, ma alcuni possono “colpire” anche gli esperti.
Overconfidence
Forse è il rischio principale che può interessare un investitore navigato o un professionista. Ed è l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità.
Questo bias emozionale impedisce di valutare con sufficiente razionalità il contesto e le informazioni.
Il fatto di avere delle competenze oggettivamente elevate, una conoscenza approfondita del settore finanziario, delle sue dinamiche e degli strumenti a disposizione può diventare un’arma a doppio taglio. Può portarci a credere di essere infallibili. E non c’è momento più propizio di questo per inciampare e ruzzolare a terra.
Che sia per aver sottovalutato dei rischi o aver concentrato eccessivamente il patrimonio su settori estremamente di nicchia, il rischio di perdite aumenta a dismisura.
Ancoraggio
È quel bias cognitivo che porta a “legarsi” alle prime informazioni ottenute su un determinato argomento.
Ad esempio, può portare a farsi un’idea su una azienda o su un titolo azionario che poi rimane invariata malgrado le condizioni oggettive cambino.
Si tratta di un tipo di errore più frequente per i professionisti di lungo corso, che magari sono abituati da anni a certi meccanismi e quindi possono fare più fatica a cambiare la loro visione per adattarla alle nuove informazioni.
Chiaramente prendere decisioni di investimento basandosi su informazioni non aggiornate o dando per scontati dei meccanismi che magari non sono destinati a ripetersi può portare a conseguenze negative sull’andamento complessivo.
Un’altra forma di ancoraggio può essere quella che porta a privilegiare alcuni strumenti su tutti gli altri, perchè sono i primi con cui ci si è misurati.
In parte è quello che è capitato a Marco, che ne ha parlato in questo video sulla sua pianificazione personale.
Conferma
Altro bias, sempre di tipo cognitivo, è quello della conferma. Si tratta di quell’errore che ci porta a dare più valore alle informazioni che confermano la nostra tesi, piuttosto che a quelle che la contraddicono. Il motivo è semplice, a nessuno piace ammettere di aver sbagliato, e quindi si cerca qualsiasi modo per avvalorare le convinzioni iniziali.
Per quello che ho potuto vedere è un bias che si lega parecchio all’overconfidence, e si rafforzano a vicenda. Per cui, nella convinzione di avere sempre ragione, si cerca continuamente chi possa fare la sponda a questo punto di vista, trascurando qualsiasi parere contrario.
E questa combo è quella che rende particolarmente difficile per un esperto ammettere di aver bisogno di qualcun altro che lo affianchi nelle proprie decisioni finanziarie.
Il valore del confronto
Quanto detto e la convinzione che a tutti serva un consulente non ha nulla a che fare con le competenze del singolo.
Chiariamo, il fatto di poter incorrere in bias cognitivi non fa di un professionista un cattivo consulente, ci rende solo degli esseri umani. Si tratta di una componente inconscia che non ha nulla a che vedere con le capacità professionali.
E la dimostrazione è data dal fatto che quegli errori non si verificano nella gestione del patrimonio dei clienti; spesso è quando si abbassa la guardia e si passa a decidere per se stessi che si incappa più facilmente nell’errore.
Avere un proprio consulente
Proprio per questo motivo ritengo che ogni consulente finanziario o esperto debba sempre rivolgersi ad un collega per un secondo parere.
Il grado poi di “delega” sulla gestione è una decisione molto personale. Io ad esempio ho delegato abbastanza la mia pianificazione, per una questione di tempo. Resta il fatto che nella costruzione del portafoglio c’è stato un concorso di idee.
Per altri però potrebbe bastare un confronto più light, per verificare che quando impostato non risenta di qualche errore. Ed è ad esempio il caso di Marco, che dopo un parere da parte mia ha apportato qualche correttivo alla rotta.
Chiedere un “consulto” su un cliente
La circolazione delle idee è qualcosa di assolutamente positivo anche nella gestione quotidiana dei propri clienti.
Infatti un nuovo punto di vista, un approccio diverso possono sempre portare un valore aggiunto.
Anche in questo caso la collaborazione può essere declinata in mille modi. Dal chiedere il parere di un collega su un singolo episodio di una particolare pianificazione al condividere aggiornamenti su nuovi strumenti e approcci di investimento. Oppure, come nel nostro caso, e di molti altri colleghi recentemente, può portare alla decisione di creare un vero e proprio team, in cui le competenze specifiche di tutti si armonizzino per garantire la migliore esperienza possibile per i clienti.
Conclusioni
Insomma, che siate degli esperti del fai da te o dei consulenti, che siate alle prese con i vostri risparmi o con quelli di un cliente, il risultato non cambia: non sottovalutate il potere di un secondo parere!
Quando si incontrano più cervelli le idee si moltiplicano, e anche le abilità. In questo modo si riducono ulteriormente le possibilità di errore.
In un mondo in cui, non ci stancheremo mai di ripeterlo, il rischio zero non esiste, esistono però infiniti modi per tenerlo a bada.
E personalmente voglio sfruttarli proprio tutti!