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Del fondo pensione abbiamo già parlato, vedendo assieme come funzionasse in modo generale. Oggi vediamo meglio i vantaggi fiscali, e non solo, valutando bene il lato del lavoratore e che possono aiutarti a gestire meglio il tuo risparmio!

 

La parte fiscale

 

Deducibilità

 

Sempre importante da ricordare è che tutto ciò che viene versato direttamente da te in un fondo pensione è deducibile, fino ad un massimo di € 5.164,57. Ad oggi è uno dei pochi strumenti finanziari che ha uno sgravio fiscale così importante, permettendoti di ridurre l’impatto dell’IRPEF.

Ricordiamo brevemente che la deducibilità opera sull’imponibile: quindi tutto quello che versi nel fondo pensione viene tolto e in questo modo l’IRPEF viene applicata su un montante più basso.

Può essere particolarmente utile nel caso in cui ti trovi a cavallo tra due scaglioni, per rimanere in quello più basso.

 

Tassazione del rendimento

 

Un altro vantaggio che il fondo pensione ha già in corso di durata è la tassazione agevolata sul rendimento. Come abbiamo già detto, il fondo pensione è uno strumento finanziario. Quello che versi sul fondo, che sia di categoria o aperto, viene poi investito sui mercati. Di conseguenza, il rendimento viene sottoposto a tassazione, come per qualsiasi altro strumento. La differenza fondamentale sta nel fatto che il rendimento del fondo pensione pagherà un’imposta pari al 20%, che è decisamente più bassa a confronto del 26% di altri prodotti finanziari.

 

Tassazione del capitale

 

Il vantaggio sulla tassazione non si limita ai rendimenti, ma c’è anche al momento del riscatto. Infatti mentre il TFR lasciato in azienda o alla gestione INPS al momento del riscatto viene tassato secondo le normali aliquote IRPEF, il capitale in un fondo pensione ha aliquote agevolate. Si parte con un’aliquota del 15%, che si riduce ulteriormente a partire dal quindicesimo anno. Ogni anno successivo al 15 la tassazione si riduce dello 0,3%, con un limite massimo di 6 punti di riduzione. Dunque, tale aliquota potrà scendere fino al 9%, purché l’aderenza alla previdenza complementare sia stata di almeno 36 anni senza avere esercitato riscatti totali.

 

Il TFR

 

Altro vantaggio sicuramente importante del fondo pensione è quella della gestione del TFR.

In primis perché beneficia dei vantaggi fiscali citati prima. Attenzione solo ad un particolare non trascurabile che riguarda la deducibilità: quest’ultima riguarda solo ciò che versi direttamente, perciò la quota di TFR versata dal datore di lavoro non concorre al monte dei 5164,57€ di deducibilità.

Oltre a questo ti permette di avere uno strumento a tuo nome che potrai portare ovunque tu voglia e che se ben gestito potrà crescere molto di più rispetto al mantenerlo in azienda.

I dati raccolti dalla Covip ci danno una situazione agli antipodi confrontando rivalutazioni del TFR in azienda e sul fondo pensione, a tutto vantaggio di questi ultimi e dei loro aderenti.

 

Fondi aperti o categoria?

 

Importante informazione da avere è la distinzione tra fondi pensione aperti o di categoria, sia in generale, sia in relazione alla gestione del tuo TFR.

Un fondo aperto è tuo e potrai utilizzarlo per tutto ciò che abbiamo detto in precedenza. Anche in caso dovessi cambiare lavoro, questo rimarrà attivo e potrai tranquillamente continuare ad alimentarlo personalmente o con il nuovo TFR.

Il fondo di categoria invece ha un “limite”, se cambi lavoro e categoria professionale, ovviamente non potrai più alimentarlo come facevi in precedenza. Dovrai quindi trasportarlo in un nuovo fondo di categoria, oppure in un fondo aperto. In una società come quella di oggi, in cui si cambia spesso lavoro, questo può essere un limite importante.

Vi è inoltre una grossa differenza tra fondo di categoria e aperto da valutare nella scelta: il contributo del datore di lavoro. Nel fondo di categoria se oltre al TFR contribuisci volontariamente con una somma tolta dalla tua retribuzione, il datore di lavoro è tenuto a contribuire a sua volta. Le percentuali della contribuzione volontaria e aggiuntiva per entrambe le figure cambiano in base al contratto collettivo di riferimento o agli accordi aziendali.

Va sottolineato che in caso di contribuzione, i fondi di categoria comportano un obbligo da parte del datore di lavoro, mentre sono pochi i fondi aperti che danno la possibilità di usufruire di questa importante caratteristica. E soprattutto, anche qualora il fondo aperto lo permettesse, la contribuzione del datore di lavoro è puramente facoltativa.

 

Conclusioni

 

Siamo arrivati alla conclusione di questo approfondimento dedicato ai vantaggi oggettivi del fondo pensione.

I motivi per cui è sempre più importante occuparsi in prima persona del proprio domani post lavorativo li abbiamo già abbondantemente trattati.

I vantaggi che hai letto in questo articolo sono complementari a quei motivi; infatti se ci pensi sono tutti volti ad incentivare il mantenimento del proprio fondo per il maggior tempo possibile.

Si tratta di un metodo valido per aiutare a creare un progetto importante più presto possibile e mantenere la barra a dritta durante tutta la vita lavorativa.

Conoscere fin nel dettaglio lo strumento “fondo pensione” e i suoi vantaggi è il primo passo per scegliere il proprio.

Insieme, come sempre, ai tuoi consulenti di fiducia!