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Il calcolo del rischio è un tema molto importante quando si parla di pianificazione finanziaria. Molto spesso quando cominciamo un nuovo percorso con un cliente la frase tipo è: “non voglio correre rischi”.

Quindi già da subito dobbiamo partire con un concetto basilare. Il rischio zero non esiste!

Anche i prodotti finanziari considerati più sicuri, quali le obbligazioni, hanno un rischio specifico più o meno grande, più o meno visibile.

Inoltre uno dei rischi maggiori che gli investitori molto spesso corrono è proprio la cattiva gestione delle loro emozioni rispetto agli investimenti, come abbiamo già detto in un altro articolo. Quindi, quanti e quali rischi dobbiamo prendere?

 

Cosa considerare

 

Partiamo con il dare una definizione di base, il rischio rappresenta la possibilità di subire una perdita o un guadagno inferiore rispetto alle aspettative iniziali. In generale, maggiore è il rischio, maggiori sono le possibilità di ottenere un rendimento elevato, ma allo stesso tempo aumentano le possibilità di subire una perdita.

Ciò detto, questo basta per considerarci soddisfatti? Ovviamente no.

Un altro concetto fondamentale per capire davvero il rischio è quello di volatilità. La volatilità misura la velocità con cui il prezzo di uno strumento finanziario oscilla.

Quando andiamo a considerare il livello di rischio che è giusto prendere dobbiamo considerare il concetto “classico” di rischio e la componente volatilità.

A questo punto, l’analisi che abbiamo fatto è sufficiente? Non ancora, manca un altro elemento, fondamentale. Ovvero l’obiettivo dell’investimento.

Per capire che categorie di strumenti possiamo utilizzare è importante sapere come si collocano nel nostro orizzonte temporale. Infatti il rischio ha una caratteristica molto particolare: cambia a seconda del tempo a disposizione.

Lo stesso strumento utilizzato su un orizzonte temporale breve può avere un rischio maggiore, mentre se valutato su un orizzonte più lungo può avere un rischio più contenuto. Quindi, il concetto di rischio è relativo.

Ultimo elemento che ci aiuta a definire al meglio il rischio è la capacità di ciascuno di gestire determinate situazioni emotive. Ognuno di noi ha reazioni diverse agli stessi identici movimenti di mercato. Chi è più ansioso o timoroso può reagire male anche a rischi oggettivamente contenuti, chi invece è più aggressivo può volere rischi anche molto elevati.

Per riassumere, il rischio si suddivide in quattro componenti diverse: il rischio oggettivo, che misura la profondità dei movimenti del prezzo di uno strumento; la volatilità, che misura la velocità di questi movimenti; l’obiettivo, che rappresenta la componente relativa; l’emotività dell’investitore, ovvero la componente soggettiva.

 

Quanto rischio prendere?

 

Abbiamo detto che il rischio è una componente intrinseca degli investimenti e che non esiste un investimento completamente privo di questo fattore.

E abbiamo capito meglio quali sono le diverse prospettive quando si parla di rischio.

Ma cosa possiamo fare per capire quanto rischio è necessario prendere? Partire dal considerare i propri obbiettivi.

L’abbiamo appena detto, il livello di rischio è relativo rispetto all’orizzonte temporale. Obbiettivi a breve termine richiedono rischi più bassi, obbiettivi a lungo qualche “rischio” in più.

Per fare degli esempi, se si investe per un obiettivo a breve termine, come ad esempio l’acquisto di una casa o di un’auto, è preferibile optare per investimenti a bassa volatilità. In questo modo, si limita anche il rischio di subire una perdita e si ha maggiore certezza sul rendimento dell’investimento.

D’altra parte, se si investe per un obiettivo a lungo termine, come ad esempio la pensione, si deve mettere in conto un maggiore grado di oscillazione, poiché si ha più tempo a disposizione per recuperare eventuali perdite. Quindi si possono considerare ad esempio le azioni o i fondi comuni di investimento azionari. In questo caso, se si scegliessero strumenti a bassa volatilità su un orizzonte tanto lungo il rischio peggiore non sarebbe tanto quello “classico” degli strumenti, quindi la maggiore oscillazione, ma quello di non ottenere una crescita adeguata del nostro denaro. Infatti una crescita troppo “limitata”, porta comunque con sé un rischio che è quello di non compensare nemmeno l’inflazione!

 

Come ridurre i rischi

 

Ovviamente esistono dei fattori per ridurre i rischi intrinsechi nel portafoglio di investimento e portare a buon compimento la tua pianificazione finanziaria. Li riassumiamomo così: Diversificazione, Decorrelazione, Confronto.

Sui primi due abbiamo fatto degli articoli esaustivi, sul terzo ci soffermeremo un attimo adesso.

Diversificare e decorrelare sono elementi tecnici fondamentali, senza i quali non si parte. Ma anche e soprattutto il confronto con il giusto professionista aiuta nel mantenere la rotta e abbattere i rischi nel proprio percorso di investimento. Questo perché, come abbiamo detto, esiste una componente soggettiva nel rischio. Molto spesso il rischio percepito non corrisponde affatto al rischio oggettivamente misurabile. Questo capita quando i fattori umani subentrano alla razionalità, portando a degli errori e quindi all’aumento dei rischi.

Per fare un esempio, si potrebbe vendere investimenti in perdita per la situazione contingente di mercato, questo nonostante il loro obbiettivo in là nel tempo e la loro qualità come strumenti.

Il confronto con noi invece ti aiuterebbe a fermarti e fare delle analisi a mente più fredda, valutando bene quali sono i motivi per cui hai iniziato il tuo percorso. E se sono ancora validi, capire che la cosa migliore da fare è proseguire, invece che rimischiare le carte.

L’altro grande valore del confronto riguarda il corretto abbinamento tra rischio oggettivo, rischio soggettivo e orizzonte temporale. Infatti la razionalità ci dice che man mano che l’orizzonte temporale si allunga, il rischio relativo diminuisce e viceversa.

Ad esempio può capitare di voler a tutti i costi utilizzare strumenti estremamente cautelativi per obbiettivi con un orizzonte temporale lunghissimo. O al contrario avere una sproporzione verso la speculazione anche con quelle risorse che servirebbero per obbiettivi più vicini e che richiederebbero meno oscillazioni. Entrambe le risposte sono errate e necessitano di essere riviste.

Proprio per questo come consulenti finanziari noi partiamo da una corretta analisi dei bisogni e degli orizzonti temporali, per ottenere il bilanciamento migliore tra i vari fattori in campo.

Come diciamo spesso la fretta e l’emotività sono cattive consigliere, un confronto sano aiuta a riprendere saldamente le redini e proseguire al meglio.

 

In conclusione

 

Il livello di rischio che è giusto prendere dipende dall’obiettivo dell’investimento e dalla propria propensione al rischio. Non esiste un livello di rischio universale che sia adatto a tutti gli investitori, o a grandi categorie. Invece è importante scegliere gli investimenti in modo consapevole, tenendo presente che il rischio è una componente inevitabile degli investimenti. In ogni caso, è importante diversificare il proprio portafoglio in modo da ridurre il rischio complessivo e cercare sempre l’aiuto di un professionista del settore per valutare al meglio le proprie scelte. Come sempre noi siamo qui!